Recensioni – Intervista a Bertolino

Sono sostanzialmente un uomo mite e impegnato nel sociale. Con le mie mostre ho dato e continuo a dare conforto a varie iniziative umanitarie. Da anni conduco un laboratorio di pittura all’interno della Casa Circondariale di Forlì, convinto che la pittura possa dare un contributo alla rinascita di detenuti, un aiuto alla loro ricerca interiore. Ritengo di essere un artista innovatore, fra coloro che hanno innovato l’arte contemporanea; l’intenzione dei trittici e dei piccoli polittici quadrati credo mi diano ragione.

Lontano dalle mode e dalla facile pittura conduco una ricerca sulla luce attraverso il colore, in un percorso di semplificazione estrema.

Vero, verissimo che la matericità è stata protagonista dell’informale, ma la mia materia è coprotagonista dell’opera, oserei dire, l’opera stessa. Il colore su di essa crea effetti altrimenti irraggiungibili. Vita e morte, luce e buio, forza distruttrice e rigeneratrice della vita, questa è la mia materia. Essa racchiude la pietra pomice di Lipari come corpo fondamentale, elemento che proviene dalle viscere della terra, materia inerte che ritorna a nuova vita.

Credo di comunicare sensazioni, emozioni, di riassumere l’essenza stessa della pittura, l’assoluto, la sintesi del tutto e del niente. Se non fossi convinto di ciò, certamente smetterei di fingere, e oggi sono consapevole di quanto detto.

Ispirato… non saprei dire se ho subito il fascino di qualcuno in particolare, certo è che amo moltissimo Van Gogh, Monet, maestri indiscussi del colore e della luce, De Chirico e Sironi, Malevie Mondrian, Rauseheberg, Rotko, Schifano, Burri, Tano Festa. Li considero delle pietre miliari dell’arte mondiale; a vario titolo hanno fatto Arte.

Non mi ritrovo assolutamente con la così detta ‘Street Art’ (graffitissimo- stencil) che dall’America ha invaso il mondo. Non mi ritrovo con la nuova figurazione italiana; considero un bravissimo provocatore Cattelan, ma nient’altro, Vanessa Beeroft, Mark Kostabi.

Più volte sono stato sul punto di realizzare una grande opera di grandi dimensioni, fra i templi di Selinunte (TP), uno dei più grandi parchi archeologi, ma poi la carenza di sponsorizzazioni non mi ha permesso di portarla a compimento. Altra cosa che mi piacerebbe realizzare, in maniera solo provocatoria, per sensibilizzare l’opinione pubblica al degrado ambientale urbanistico, è una costruzione in una notte con le mie colorazioni proprio davanti il teatro Politeama Garibaldi di Palermo, pieno centro storico. Probabilmente nessuno ci farebbe caso, d’altra parte in Italia, ogni anno, una sanatoria edilizia sistema tutto, tranne l’ambiente.

Il sogno di tutti gli artisti credo sia la Biennale di Venezia almeno una volta da vivi. Mi piacerebbe poter realizzare qualcosa di mastodontico o come tu dici di eclatante e perché no, andare al di la dell’Oceano. Ma ritorniamo alla realtà, impegni già programmati: una grande mostra a Milano presso una prestigiosa galleria, una a Palermo presso altra prestigiosa galleria; la galleria d’arte moderna di Gibellina (TP), che annovera grandi collezioni, ospiterà una mia mostra nel 2006; Udine e Venezia sono tappe alle quali sto lavorando sempre per il 2006 .